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Maisons
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10 gennaio 2020
Inaugurata lo scorso novembre presso la Fosun Art Foundation di Shanghai, la prima mostra di Pomellato, una retrospettiva intitolata Art & Jewelry, ha esplorato mezzo secolo di creatività, riflessa attraverso le iconiche campagne pubblicitarie e le creazioni simbolo della Maison.
Curata da Alba Cappellieri, Head of Jewelry and Accessory Design presso il Politecnico di Milano, l’esposizione ha messo in luce la visione contemporanea di Pomellato attraverso un’ampia collezione di campagne pubblicitarie pionieristiche, l’archivio fotografico pubblicitario più significativo nel mondo della gioielleria. La mostra ha incluso opere di alcuni dei fotografi più acclamati di sempre, tra cui Gian Paolo Barbieri, Albert Watson, Horst P. Horst, Lord Snowdon, Peter Lindbergh, Javier Vallhonrat e Michel Comte. “Art & Jewelry” ha offerto un’immersione attraverso tre decenni distinti, ripercorrendo campagne pubblicitarie che hanno lasciato un’impronta indelebile nell’universo creativo del marchio. Le catene incarnano l’energia vibrante degli anni ’70, le impressionanti gemme rendono omaggio all’audacia degli anni ’80, mentre i volumi sontuosi rispecchiano il processo di emancipazione femminile degli anni ’90, riflettendo la cultura visiva del tempo. Con opere provenienti dagli archivi della Maison e mostrate per la prima volta al pubblico, l’esposizione ha presentato alcuni dei fotografi più premiati del mondo della moda. Per l’occasione, sono stati esposti oltre 100 gioielli delle collezioni passate e attuali. In questo viaggio tra fotografia e gioielleria, la scoperta dell’eredità visiva di Pomellato è stata resa ancora più avvincente.
Ad accogliere i visitatori all’ingresso della mostra, c’era “Le Gemelle” di Gian Paolo Barbieri, un ritratto rivoluzionario. Le labbra della modella accennavano un sorriso enigmatico, mentre 675 tubi di rame mobili scendevano come un sipario scenico sulla facciata di 4.000 metri quadrati della Fosun Art Foundation. Questo doppio ritratto rivoluzionario del 1971 è la prima campagna pubblicitaria di Pomellato. In questa immagine sospesa tra sogno e realtà, l’attrice italiana Lilly Bistrattin appare come il proprio doppio, indossando collier e bracciali della linea Gemelle in oro giallo e bianco, rompendo i codici tradizionali della pubblicità di gioielli con una visione artistica e delineando l’identità appena nata del brand milanese. Fin dagli esordi, la pubblicità di Pomellato ha abbracciato un linguaggio d’avanguardia che ancora oggi ne guida la visione.
Una volta entrati nello spazio espositivo, i visitatori sono stati immersi in un’altra dimensione. Le pareti di un lungo corridoio erano adornate da immagini di gioielli e planimetrie architettoniche di Milano, città natale di Pomellato, fondata nel 1967 da Pino Rabolini. Con un gioco di stili e proporzioni, le fotografie rendevano omaggio all’energia creativa e allo spirito anticonformista della capitale del design italiano. Mentre la moda accoglieva il prêt-à-porter, Pino Rabolini si lasciava ispirare, diventando il primo designer a trasformare il gioiello da oggetto esclusivo ad accessorio quotidiano, in sintonia con i desideri di chi lo indossa. Abbattendo i confini tra arte, moda e gioielleria, le sue creazioni si distinguono per lo stile sempre creativo, contemporaneo e gioioso.
Catene, una firma senza tempo
Le catene incarnano perfettamente l’idea di gioielli preziosi, ma facili da indossare. Dopo aver attraversato un corridoio rivestito di maglie dorate, i visitatori le hanno riscoperte nel dettaglio lungo il percorso espositivo. Introdotta nel 1967, la gourmette di Pomellato apriva la scena a una sinfonia di design sontuosi. Tra le collezioni più emblematiche si potevano ammirare Spiga, Ancora, Rondelle, Rollò e Barbazzale, fino alla più recente Catene, impreziosita da diamanti bianchi. Ogni creazione della linea Catene richiede il lavoro di sei-dieci artigiani e 170 ore di lavorazione manuale. Alcuni modelli abbinano le maglie a diamanti e rubini o smeraldi e zaffiri e mostrano l’eccellenza di Pomellato nelle tecniche di incastonatura.
Le gouache originali mettono in risalto l’arte di scolpire volumi morbidi e la perfetta fusione tra oro giallo e bianco. Il genio orafo era al centro della scena, con catene sempre più complesse e realizzate con straordinaria maestria. Le maglie, impreziosite da diamanti, si intrecciano con delicatezza per ricreare la morbidezza di un tessuto intriso di luce. Sebbene raffinate, le catene evocano anche un senso di forza, come suggeriva un ritratto dell’epoca in cui una giovane donna stringe i pugni con determinazione, con il collo avvolto in catene. Ancora una volta, si coglie l’approccio visionario di Pomellato nella sua giocosa irriverenza.
Decifrare gli sfarzosi anni ’80
Negli anni ’80, caratterizzati da uno spirito audacemente esuberante, Pomellato ha affidato le proprie campagne ai più brillanti talenti della fotografia di moda. Considerate vere opere d’arte, queste immagini rappresentano l’incontro tra creatività, moda e fotografia d’autore. Emblematici sono gli scatti di Albert Watson, definiti da forti contrasti, come il ritratto del 1985 di un volto maschile avvolto da catene. L’immagine è sorprendentemente moderna – all’epoca era raro che la pubblicità di gioielli raffigurasse modelli maschili – e intensa, come se fosse dotata di materia, rivelando i dettagli più minuti delle creazioni. Poco più avanti si trovava il maestoso ritratto di una silhouette femminile, immersa in un equilibrio di luce e ombra. Scattata nel 1987 da Horst P. Horst, la foto esalta la raffinata leggerezza dei gioielli che scivolano lungo la schiena della modella.
Attraverso l’obiettivo dei fotografi, Pomellato continua a ispirare potere, carisma e bellezza nelle donne che indossano le sue creazioni, e questa dimensione si amplifica nelle opere caratterizzati da tonalità intense. Gli anni ’80 sono stati il decennio del colore, che la Maison ha padroneggiato fin dalle origini. Esemplari come quelli delle collezioni Heritage Boccole e Griffe presentano diamanti abbinati a gemme dalle tonalità vivaci. Le montature quasi invisibili degli anelli Mora e Rugiada testimoniano l’eccellenza artigianale del marchio, esaltando il fascino del quarzo citrino, dei granati e delle labradoriti. Le linee Bahia e Capri richiamano con le loro combinazioni cromatiche le atmosfere brasiliane e italiane, mentre la collezione Ritratto si basa sulla bellezza grezza di malachite, occhio di tigre, lapislazzuli e diaspro. Anche Nudo brilla come autentico omaggio al colore, con le sue 57 sfaccettature asimmetriche, un’innovazione brevettata da Pomellato. Infine, le creazioni di alta gioielleria come la collana Catene e il bracciale La Gioia rappresentano il vertice della sensibilità cromatica.
A differenza del decennio precedente, gli anni ’90 aprono la strada a design puri e minimalisti. La ricerca della purezza è ben espressa nel ritratto di Lord Snowdon del 1992, dove le curve dell’orecchino Boccole – un taglio cabochon dalle dimensioni notevoli – riprendono le onde della capigliatura della modella. In un’epoca sempre più ossessionata dall’immagine, altre campagne si sono distinte per contenuti fortemente sovversivi. Catene imponenti dominano gli scatti dello spagnolo Javier Vallhonrat, adornando figure femminili in un’interpretazione trasgressiva che sfida gli stereotipi estetici del decennio. Un messaggio diverso emerge dai primi piani di Michel Comte dedicati a Patty Pravo, Marisa Berenson e Rossy de Palma. I suoi ritratti celebrano la libertà femminile, incarnata da donne forti. I volumi generosi dei gioielli ne esaltano la bellezza, ma anche l’indipendenza e l’individualità.
Il fulcro della mostra era un omaggio spettacolare al tema del volume: una scultura XXL del collier Gemelle che sembrava librarsi a qualche metro dal suolo. Lo stesso spazio ospitava la collezione Iconica, che omaggia l’eredità orafa milanese del Rinascimento con volumi raffinati e forme arrotondate, accanto agli anelli Arabesque di ispirazione moresca. Completavano il percorso i bracciali Iconica, noti per i tagli astratti dei diamanti, e il collier Terrazza Duomo, straordinario esempio di alta gioielleria. In mostra anche la collezione Armonie Minerali, con gemme minerali dalle forme inconsuete e tonalità decise, come gli anelli cocktail Scarabeo, intagliati a mano, la cui texture audace simboleggia la maestria progettuale della Maison.
La più recente espressione artistica di Pomellato si ritrova in “The Dualism of Milan”, la nuova collezione di alta gioielleria che unisce catene, colori e linee scultoree. Proprio come la collana Spinelli di Fuoco e il suo ardente abbraccio di pietre preziose dai colori insoliti, la catena Barocco cattura l’osservatore con un’audace esibizione di oro rosa intrecciato con maglie tempestate di diamanti e un caleidoscopio che mette in risalto il taglio barocco della Maison e una tormalina Paraiba da 34 carati. La linea Gemme Superlative propone infine una composizione di tanzaniti ovali, granati arancioni e acquamarina, arricchita da una moltitudine di pietre. Bracciali elaborati, come l’ampio bracciale in oro rosa decorato con 460 diamanti brown e 1.145 diamanti bianchi nel pavé distintivo di Pomellato, offrono un affascinante contrasto con le linee pure e ondulate del collier Asimmetrico.
“ Dal 1967, Pomellato è all’avanguardia della gioielleria italiana, con una visione creativa audace che celebra l’unicità di ogni donna in ogni creazione”
Due installazioni, concepite appositamente per l’evento, collegavano il racconto al futuro e concludevano l’esperienza immersiva nella storia della Maison. La prima presentava due opere di Chen Man. La fotografa cinese trasforma la sua visione contemporanea della donna Pomellato in uno scatto magnetico, concentrandosi sui muscoli scolpiti della schiena di una danzatrice. La seconda creazione è frutto della collaborazione tra gli artisti milanesi Alberto Maria Colombo e Anna Paladini. I visitatori hanno ammirato una serie di immagini disomogenee che, pur diverse, comunicano un senso universale di fiducia in sé stessi: ritratti generati dall’intelligenza artificiale, ognuno dei quali incarna una nuova sfaccettatura della donna Pomellato. In continuità con le campagne del passato, questa proposta artistica testimonia una sperimentazione senza confini. La conclusione perfetta di un viaggio tra creatività, maestria artigianale e audacia innovativa, i tre pilastri dello stile Pomellato.